Promozione del territorio

Ultima modifica 30 dicembre 2020

La Via Francigena


La Via del Sale

Il tratto che da Varzi si snoda fino a Genova, anticamente percorso da mercanti e pellegrini,  è denominato" via del sale " per il commercio di questa preziosa materia. Oggi è un itinerario per chi ha voglia di qualcosa di insolito ed è un grande viaggio alla scoperta di diverse realtà locali.
Si possono ammirare chiese, castelli e borghi inseriti in un paesaggio dove tutto è rimasto come allora e percorrere sentieri che si inerpicano tra i boschi in cui capita di scorgere cervi, caprioli, scoiattoli…
La Via del Sale si può attraversare a piedi, a cavallo o in mountain bike.
Il trekking in Oltrepò Pavese presenta un fascino particolare; è un modo suggestivo per vivere una natura ancora incontaminata; per visitare luoghi inconsueti, ma ricchi di storia e, perché no, anche per gustare le specialità locali.
Il percorso non presenta particolari difficoltà da affrontare, anche se è da segnalare un certo dislivello di altitudine.
Si può dividere il percorso a tappe e sostare nei centri abitati che costeggiano le antiche mulattiere, ristorandosi nelle tipiche locande.
(vedi allegati in fondo)


Storia

Con la definizione “Via del Sale” si indicano le antiche strade, le tante mulattiere, che in passato scendevano, attraverso l’Appennino, dalla pianura padana e dalle zone collinari dell’Italia settentrionale fino al litorale ligure. Queste antiche vie di comunicazione testimoniano l’importanza dell’Appennino nella vita delle antiche civiltà: attraversato dapprima dai Liguri Iriati, che circa tremila anni fa salirono verso la pianura per colonizzare nuove terre, divenne infatti nel XII secolo raccordo importantissimo con il porto di Genova. La città ligure infatti, superata Venezia nello smercio di prodotti provenienti dall’Oriente, rappresentò il centro commerciale più importante durante tutto il Medioevo.
Il nome di queste importanti vie di comunicazione e di scambio è legato a un minerale, il sale, di grande valore nel passato; questo elemento infatti era indispensabile nell’alimentazione e nella conservazione dei cibi. Il sale non era facilmente reperibile nelle regioni settentrionali ed era l’unico “strumento” a disposizione per stoccare, conservare e mantenere in buono stato molti cibi che altrimenti si sarebbero deperiti. Per questo a partire dal Medioevo fino al XV secolo la rete di percorsi e di sentieri dalla pianura al mare divenne tanto fitta ed importante.
Non esisteva un’unica Via del Sale, perché tutti i popoli delle diverse regioni delle Terre Alte percorrevano i sentieri presenti sul loro territorio per raggiungere il mare e per recuperare i tanti prodotti utili alla sopravvivenza vendendo i propri elementi di scambio, rappresentati soprattutto da lana e da armi.
La Via del Sale “lombarda”, considerando nel particolare il territorio dell’Oltrepo pavese, si addentrava nella Valle Staffora all’altezza di Voghera e raggiungeva agevolmente l’abitato di Varzi. Di qui in poi i sentieri e le mulattiere portavano verso Sud e, attraversando il Monte Bogleglio e il Monte Chiappo, giungevano prima al Monte Antola e poi a Torriglia. Da questo centro, punto di raccordo delle Vie del Sale emiliane, lombarde e piemontesi, il cammino continuava facilmente fino a Genova.
A partire dal Medioevo sino al XIV secolo il territorio appenninico pavese fu interessato dalle potenti famiglie feudatarie, prime fra tutte quella dei Malaspina; questi Signori, in accordo con la città di Pavia, intensificarono gli scambi commerciali, garantirono il flusso delle merci e imposero un sistema di tasse e di gabelle per il passaggio lungo in loro territorio: le tasse venivano richieste ai viandanti in cambio di sicurezza e di protezione.
Proprio con l’apertura ufficiale di questa via verso il mare, Varzi diventò centro commerciale di grande rilevanza: da piccolo centro abitato divenne paese di grande importanza, arricchito di nuove costruzioni, dotato di castello e cinto da mura per offrire un sicuro albergo ai commercianti. Si moltiplicarono così i negozi, i magazzini e i depositi per le merci in transito, aumentarono i gabellieri per la riscossione dei tributi. Il sale rappresentò l’elemento di rilancio per il commercio di tutta la zona.


Luoghi (Oltrepo Pavese e Terre Alte)

L’Oltrepo pavese rappresenta la porzione più meridionale della Provincia di Pavia: una zona a carattere collinare-montano che presenta caratteristiche ambientali, paesaggistiche, storiche e culturali sicuramente interessanti.
Questa bellissima fetta d’Appennino è inserita però in un contesto più ampio, quello delle Terre Alte, territorio che racchiude le zone appenniniche dei quattro GAL di Alessandria, Genova, Pavia, Parma e Piacenza, e che, nonostante i confini amministrativi, è caratterizzato da aspetti storico-culturali del tutto simili. Nel processo che ha contribuito a creare questa identità culturale comune, un ruolo fondamentale è stato sicuramente rivestito dalla Via del Sale. Questo tracciato infatti ha rappresentato un importante collegamento tra le popolazioni delle quattro Province, una direttrice rilevante lungo cui sono stati favoriti scambi non solo commerciali ma anche, e soprattutto, culturali. Per questo oggigiorno le Terre Alte presentano aspetti culturali e storici comuni, tradizioni simili nate dal continuo interscambio tra popolazioni adiacenti.
Dal punto di vista geografico le Terre Alte si estendono nella parte nord-occidentale della penisola, interessando parte dei rilievi appenninici delle quattro Province di Pavia, Alessandria, Genova e Piacenza. L’area, comprendente 170 comuni, è per la maggior parte a carattere montuoso: tra le vette principali, spiccano senza dubbio il Monte Lesima, al confine tra Pavia e Piacenza, e il Monte Antola, tra Alessandria e Genova. Diversi sono i fiumi e i torrenti che solcano ed attraversano il territorio: lo Staffora, il Borbera, il Trebbia, il Vobbia e lo Scrivia sono solo alcuni fra i corsi d’acqua presenti che hanno modellato nel tempo suggestive vallate.
Caratterizzate da aspetti ambientali e vegetazionali del tutto simili, le Terre Alte vantano siti di particolare interesse naturalistico: fra tutti si annoverano il Parco del Monte Antola, istituito nel 1995 e appartenente al territorio genovese, la Riserva Naturale del Monte Alpe, realizzata nel 1983 nella Provincia di Pavia, e il Giardino Alpino di Pietra Corva, istituito nel 1967 a Romagnese con l’importante scopo di salvaguardare le specie floristiche di alta quota e di divulgare la conoscenza relativa a questo grande patrimonio.
Inoltre, l’Oltrepo pavese e le Terre Alte in generale, sono state interessate a partire dal X secolo dalla forte diffusione del cristianesimo; grazie alla presenza del Monastero di San Colombano a Bobbio nacquero infatti nuovi insediamenti sviluppati soprattutto attorno ai tanti edifici religiosi che, a partire dal 1000 d. C. vennero realizzati in tutto il territorio. Odierna testimonianza di questa importante opera di cristianizzazione sono le numerose pievi e i bellissimi oratori dislocati lungo tutto l’Appennino settentrionale.
Lungo l’Antica Via del Sale infine sorsero alcuni borghi che, per la loro particolare posizione, si svilupparono maggiormente, rappresentando i nodi principali del commercio passato; questi paesi, rappresentati da Varzi, Torriglia, San Sebastiano e Bobbio, sono ancora oggi i centri principali delle quattro Province.


Varzi

Centro più importante dell’intera Valle Staffora, Varzi conserva ancora oggi una struttura tipicamente medioevale, nonostante i diversi rimaneggiamenti subiti nel tempo.
Le origini di Varzi risalgono ai secoli precedenti la nascita di Cristo: in quell’epoca infatti i popoli Liguri occuparono l’intera Valle Staffora e si insediarono nel territorio fondando diversi centri abitati.
Interessato dall’invasione dei Romani e incluso per molti secoli fra i possedimenti del Monastero di Bobbio, Varzi deve il suo sviluppo unicamente ai Malaspina, grazie ai quali acquistò nel periodo medioevale un notevole prestigio.
Ciò che maggiormente testimonia il ruolo fondamentale che i Marchesi ebbero per Varzi è il Castello Malaspina, oggi palazzo dei Conti Odetti di Marcolengo. Questa costruzione ebbe infatti il compito di difendere l’abitato dagli attacchi esterni e rappresentò per molto tempo il potere commerciale ed economico rivestito dal borgo nel periodo medioevale.
Il centro storico, allungato tra lo Staffora e la via principale, presenta all’estremità dell’asse principale due torri che proteggevano le porte dell’abitato nel XV secolo: la Porta sottana, a ponente, e la Porta Soprana, a levante. Fra le due torri si trovano la chiesa dei Rossi e quella dei Bianchi, dal nome delle confraternite che le frequentavano, entrambe realizzate secondo lo stile Barocco nel XVII secolo.
Passeggiando per le strette vie del borgo non è raro trovare scorci suggestivi: sono molti infatti i portali decorati in cotto o in pietra locale, tipica anche di altri paesi della zona; sono diverse le costruzioni realizzate in pietra a vista, tipicamente medioevali, affiancate ad altre che, con intonaci vivacemente colorati, ricordano paesi del litorale ligure.
Caratteristici del borgo sono i portici che sormontano alcune vie e nascondono botteghe e vecchie cantine. Un tempo queste stesse strutture erano un’ottima protezione nella notte per le carovane di muli e di mercanti che commerciavano i prodotti provenienti dal litorale ligure.
La rilevanza di Varzi non è infatti legata solo ai giorni nostri: fin dal Medioevo il piccolo borgo fu uno degli abitati più importanti posti lungo la Via del Sale.
L’importanza economica di Varzi, come già detto, fu strettamente legata al potere malaspiniano: sotto il marchesato infatti i commerci si intensificarono e la ricchezza del borgo aumentò notevolmente: la potente Famiglia rese infatti obbligatorio per i commercianti il passaggio lungo la Via del Sale e attraverso Varzi, imponendo una tassa ai viandanti.
Ancora oggi Varzi è il centro simbolo dell’intera Valle Staffora: borgo medioevale di particolare bellezza è conosciuto e rinomato anche per la produzione del Salame, uno dei pochi prodotti del Nord Italia ad aver ottenuto il riconoscimento D.O.P.

 

Informazioni

Comune di Varzi: +39038352118
Fondazione per lo Sviluppo dell’Oltrepo Pavese: +3903835406.7
Sezione Cai VogheraSezione Cai Voghera:  +39334/2756199
Infopoint Godiasco Salice Terme: +39038391207

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13-09-2021

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