Il Giorno del Ricordo
Pubblicato il 10 febbraio 2025 • Comunicati
Lunedì 10 febbraio 2025, la Provincia di Pavia ha commemorato il Giorno del Ricordo, dedicato alla memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata e delle vicende del confine orientale, partecipando alla cerimonia presso l’Aula Magna del Collegio Ghislieri di Pavia.
Il messaggio del Presidente Giovanni Palli:
Sono passati quasi ottant’anni dai tragici eventi che colpirono le terre del confine orientale e vent’anni dall’istituzione del Giorno del Ricordo. Una giornata dedicata alla memoria della tragedia degli italiani e di tutte le vittime delle foibe, nonché dell’esodo forzato di istriani, fiumani e dalmati dalle loro terre nel secondo dopoguerra.
Gli eventi che oggi commemoriamo, anche se apparentemente lontani nel tempo, restano vicini a noi come sono vicini tra loro, a solo pochi chilometri di distanza, due luoghi simbolo della barbarie totalitaria: la Risiera di San Sabba, campo di concentramento nazista, e la Foiba di Basovizza, teatro di eccidi perpetrati dal regime titino contro la comunità italiana. Quelle regioni condivisero il destino di molte aree dell’Europa centro-orientale, che, dopo la sconfitta del nazifascismo, videro negate le aspirazioni alla libertà e alla democrazia con l’imposizione della dittatura comunista.
Milioni di persone furono costrette all’esilio, vittime di una nuova ridefinizione geopolitica dettata dalla logica dei blocchi contrapposti.
Per troppo tempo una fitta nube di silenzio ha circondato le sofferenze di migliaia di italiani, vittime delle foibe o costretti all’esodo. Un intreccio di reticenza, revisionismo politico e scarsa consapevolezza storica ha gettato un’ombra sulla tragedia di coloro che furono costretti a lasciare la propria terra, i propri beni ad abbandonare tutto, finanche la propria vita.
Oggi abbiamo la consapevolezza che non si trattò di semplici atti di rappresaglia contro il regime fascista, ma di una sistematica operazione di annientamento che colpì funzionari, militari, sacerdoti, intellettuali e cittadini comuni, colpevoli unicamente di appartenere alla comunità italiana o di nutrire l’aspirazione a un futuro di democrazia e libertà.
Il Giorno del Ricordo ha ridato dignità e verità storica alle vittime e ai loro familiari, ponendo fine a un lungo oblio. Ma ragazzi, ricordare non basta. La memoria deve diventare azione, un impegno concreto per il presente e il futuro. Non possiamo limitarci a cerimonie e commemorazioni se non trasformiamo queste lezioni della storia in consapevolezza e responsabilità.
È con queste lenti che dobbiamo leggere, se possibile ancor più sgomenti, al riemergere di conflitti nel mondo, segnati da nazionalismi esasperati e dall’intolleranza tra popoli. L’Unione Europea, nata per superare le divisioni del passato, non può che rappresentare il miglior antidoto contro queste derive. È questo che chiediamo, è su questo che ancora molto dobbiamo lavorare per invertire la rotta, per combattere chi, su tutto il pianeta, semina odio, distrugge ponti tra popoli anziché costruirli.
Un esempio del lavoro che va fatto nel segno della coesione e della speranza è lì davanti a noi con il riconoscimento di Gorizia e Nova Gorica, un tempo separate, oggi insieme Capitale Europea della Cultura nel 2025.
Ragazzi, il presente è nelle vostre mani. Avete il compito e il privilegio di scrivere una nuova storia, in cui le differenze siano elementi per costruire ponti e picconi per abbattere i muri dell’odio e dell’indifferenza. Non restate indifferenti, non lasciate che l’odio e l’intolleranza trovino spazio. Studiate, interrogatevi, difendete la verità. Perché solo con la conoscenza e il coraggio di prendere posizione possiamo garantire che tragedie come quelle che oggi ricordiamo non si ripetano mai più. Siate costruttori di pace, con le parole, con le azioni, con il rispetto reciproco. Il futuro vi appartiene, rendetelo degno della vostra intelligenza e della vostra umanità.