Giornata della Memoria: Posa della Pietra d'Inciampo alla memoria del deportato Egidio Casasanta
Pubblicato il 27 gennaio 2023 • Comunicati
Nel corso delle celebrazioni della Giornata della Memoria a Pavia il Presidente Giovanni Palli ha partecipato alla posa, in Piazza Italia 5, della Pietra d’Inciampo alla memoria del deportato Egidio Casasanta.
E’ un onore, nonché un chiaro impegno, per la provincia di Pavia poter testimoniare l’adesione, attraverso la posa di questa Pietra d’Inciampo, a chi come Egidio Casasanta ha incarnato, con il suo esempio e la sua testimonianza, quei valori di solidarietà e fratellanza che ha acquisito vivendo qui, tra la nostra gente e nelle nostre comunità quando si faceva davvero tanto con molto poco
In questo momento di raccoglimento e di comunità, ho il piacere di condividere con voi una immagine densa di significato che, però, segue il filo rosso dei tanti testimoni di quell’orrore che è stato il nazismo.
Nel preparare questi brevi spunti in vista di questo momento così importante per la nostra comunità rivedo, nella mia mente e scorrendo le notizie che provengono dall’est europa, ancora questa immagine: Una ragazzina infagottata in strati di vestiti con gli occhi attoniti pedala veloce in fuga lungo le strade familiari della sua città.
E’ il 9 luglio 1942; La ragazzina ha una stella gialla cucita addosso. Questa stella la classifica come fuorilegge e nemico mortale del Reich. La ragazzina pedala verso il solaio che le sarà rifugio. Sarà inutile: sopravvissuta alla penombra claustrofobica del solaio nascondiglio la ragazzina con la stella gialla verrà scoperta, catturata, deporta in lager. Ci morirà, in lager, con la madre e la sorella.
Lo sapete tutti: la ragazzina era Anne Frank e il suo diario è stato il libro che ha educato intere generazioni alla conoscenza della deportazione e dello sterminio. Forse è tempo di riprendere in mano quei libri di quanti, in tutte le lingue d’Europa, fecero della testimonianza una ragione di vita, la propria ragione di vita cercando nella scrittura l’ancoraggio contro la oscura angoscia dell’essere sopravvissuti alla macchina infernale che indifferente uccide con geometrica contabilità donne uomini vecchi bambini, chi reca la stella gialla o chi ha osato levare una voce di ribellione.
Era il 2000 quando il legislatore ha previsto nel calendario delle ricorrenze civili “il giorno della Memoria”, una data che reca le stigmate del 27 gennaio 45 e che ci vincola al dovere civile della memoria. Ma il dovere della memoria non è sufficiente se accanto alla memoria non affianchiamo la conoscenza della storia e il permanente dovere di scrutare, armati di un libro e della nostra coscienza di uomini liberi, la storia buia del “secolo breve” per costruire il futuro della nostra comunità su valori indissolubili quali quelli della solidarietà, della tolleranza e della fratellanza tra popoli.
In Ucraina ragazzine come Anna stanno pedalando in fuga. E non avremo capito niente se oggi non fossimo dalla loro parte attenti a salvarne gli sguardi attonite e le parole annotate a fatica, cosi e come il padre di Anne raccolse e diffuse il diario di sua figlia.
Le città, scrive Italo Calvino nelle “città invisibili”, non dicono il loro passato. La storia delle città e dei loro abitanti va cercata con pazienza. Da oggi proviamo, insieme, a rallentare il passo e a chinare lo sguardo. Potremo vedere una pietra realizzata dallo scultore Gunter Demnig come le prime pietre poste a Varzi gennaio 2018 o quella posata oggi davanti al Palazzo della Provincia. Simbolicamente, la pietra “riporta a casa” e restituisce il nome a chi ebbe il nome strappato e ignobilmente sostituito con un numero. Questi nomi e queste storie chiedono di non rinunciare ad essere liberi e vigli, di portare nel mondo le parole della ragione che non si arrende a quel sonno generatore di mostri che non vogliamo tornare a vedere.
Giovanni Palli