Prevenzione e contrasto della violenza nei confronti delle donne: avviso pubblico di concessione contributi a gestori di Case Rifugio
Pubblicato il 25 novembre 2024 • Bandi Avvisi e Concorsi , Comunicati , Sociale
Avviso pubblico di concessione di contributi a Soggetti gestori di Case Rifugio in attuazione del Programma regionale 2024/2025 per il sostegno dei servizi e delle azioni per la prevenzione e il contrasto del fenomeno della violenza nei confronti delle donne ai sensi delle DD.g.r. XII/550/2023 e XII/2345/2024
Possono presentare domanda di accesso al contributo i Soggetti gestori di Case Rifugio insistenti sul territorio della Rete Antiviolenza di Pavia, il quale corrisponde alla provincia di Pavia, e che rispettino i requisiti specificati all’articolo 4 dell’Avviso.
Scadenza per la presentazione delle domande: 10/12/2024 ore 13.00
Tutte le informazioni e la documentazione su: https://www.comune.pv.it/site/home/aree-tematiche/pari-opportunita-politiche-dei-tempi-volontariato-politiche-sociali/pari-opportunita/rete-interistituzionale-territoriale-antiviolenza-di-pavia/interventi-in-corso.html
Eventuali chiarimenti possono essere richiesti esclusivamente tramite email indirizzata a antiviolenza@comune.pv.it
Casa-rifugio: cos'è?
In caso di emergenza o nel caso le operatrici del centro antiviolenza valutino che sussiste un pericolo reale e immediato per l’incolumità della donna, possono garantire protezione a lei e a eventuali figli minori presso una casa rifugio, luoghi sicuri e protetti dove le donne e le loro figlie o figli possono costruire il proprio percorso verso l’autonomia e uscire dalla condizione di violenza.
Più in dettaglio, le case rifugio sono strutture dedicate a indirizzo riservato o segreto, che ospitano a titolo gratuito le donne e le loro figlie o i loro figli minori che necessitano di allontanarsi per questioni di sicurezza dalla loro abitazione usuale, garantendo loro protezione indipendentemente dalla residenza e dalla cittadinanza, e che abbiano o meno denunciato i maltrattamenti alle autorità preposte.
Le case rifugio possono essere di tre tipologie, in relazione al livello di rischio e alla fase del percorso di fuoriuscita dalla violenza, e operano sempre in collaborazione con il centro antiviolenza di riferimento:
- per la pronta emergenza, quando le donne devono allontanarsi improvvisamente dal loro domicilio a fronte di gravi rischi;
- per la protezione delle donne e di eventuali loro figli e figlie, laddove con il centro antiviolenza valutino che ricorrano motivi di sicurezza (protezione di primo livello), quando cioè la convivenza con il maltrattante sta diventando pericolosa per la loro incolumità o quando l’ex-convivente possa costituire una minaccia;
- per l’accompagnamento verso la semiautonomia (protezione di secondo livello), ovvero quando dopo aver lasciato il proprio domicilio per sottrarsi alla violenza del maltrattante, le donne si ricostruiscono una vita, spesso con un nuovo lavoro e la necessità di procurarsi un alloggio che non sia noto al maltrattante.
Nelle case rifugio opera esclusivamente personale femminile, è vietato a qualsiasi titolo l’accesso agli autori di violenza, che non devono essere in nessun caso messi a conoscenza dell’indirizzo. Anche nel caso in cui il giudice minorile dia loro il permesso di vedere i loro figli o figlie, gli incontri devono avvenire lontano dalla casa rifugio, in uno spazio controllato.
Le case rifugio, oltre a offrire protezione e ospitalità, collaborano con i centri antiviolenza che seguono le loro ospiti, forniscono alle loro figlie e ai figli minori servizi educativi, supporto scolastico e strumenti per superare il trauma della violenza assistita.
Le case rifugio, come i centri antiviolenza, non possono in nessun caso applicare tecniche di mediazione familiare o di conciliazione con l’autore del reato di maltrattamento.